domenica 24 febbraio 2013
giovedì 21 febbraio 2013
DELFINI
SI AGGRAVA LA MORIA DI DELFINI
Pochi
giorni fa, su questo blog, abbiamo pubblicato le immagini di un delfino
piaggiato con corda al collo e numerosi fori su tutto il corpo. Apprendiamo,
purtroppo, che nel Tirreno i delfini continuano a morire. Riportiamo l’articolo
di greenreport che ci segnala il numero dei delfini
morti nel solo 2013:
“Si
aggrava in queste ore il bilancio dei delfini morti nel Tirreno dopo le recenti
segnalazioni da parte della rete scientifica di monitoraggio predisposta dal
ministero dell’Ambiente.
Sono
8 i nuovi spiaggiamenti di carcasse di delfino nella varietà stenella striata
(stenella coeruleoalba). Sale così a 42 il bilancio complessivo degli esemplari
di stenella spiaggiati dal 5 gennaio. Un allarme ambientale nei mari italiani
che ha portato fra gennaio e febbraio una mortalità anomala di stenelle tra
Toscana, Lazio, Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna, contro la media storica
di meno di 4 animali l’anno.
Nel
dettaglio si tratta di tre nuovi casi di ritrovamento di carcasse di delfino
fra Campania e Calabria (segnalati dall’istituto zooprofilattico del
mezzogiorno, Sezione di Salerno) a Sapri, Napoli e Castelvolturno; due casi in
Sicilia (segnalati dall’istituo zooprofilattico della Sicilia, sezione
Palermo-Caltanissetta-Messina) a Patti e Scicli; due casi nel Lazio (segnalati
da IZS Toscana e Lazio) a Fondi e Tarquinia, e un altro caso in Toscana
(segnalato da IZS Toscana e Lazio, sezione di Grosseto) a Orbetello.”
ALLARME
ALLARME AMBIENTALE NEI MARI ITALIANI
in gennaio e nei primi
giorni del mese di febbraio è stata verificata nel Tirreno una mortalità
anomala di delfini (stenelle striate) con 33 esemplari spiaggiati tra Toscana,
Lazio, Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna. Un dato preoccupante che si
discosta fortemente dalla media storica di questo tipo di eventi (meno di 4
animali l’anno). Il ministero dell'Ambiente sta monitorando da vicino la
situazione grazie alla rete scientifica appositamente voluta e finanziata dal
dicastero: Università di Pavia, Università di Padova, Asl, Istituti
Zooprofilattici e Arpat. Inoltre il ministero dell’Ambiente ha allertato il
Reparto ambientale marino (Capitanerie di Porto e Guardia costiera).
Dalle prime indagini sembra di poter escludere eventi
eccezionali causati dall’uomo, come sversamenti di petrolio o di sostanze
inquinanti, ricerche geosismiche o esercitazioni militari.
La causa più probabile è di natura infettiva (in 6 soggetti è
stata rinvenuta traccia di un batterio, Photobacterium Damselae, che può
portare a sindrome emolitica e lesioni ulcerative). Per questo motivo nelle
prossime settimane i ricercatori approfondiranno l’eventuale presenza di virus
e l’eventuale fioritura di alghe anomale.
Il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, ha commentato: “La
Rete nazionale di monitoraggio degli spiaggiamenti sta svolgendo un ottimo
lavoro di raccordo tra tutti i soggetti coinvolti e di campionamento, ma
vogliamo continuare a studiare da vicino questo fenomeno così preoccupante. Attendiamo
nelle prossime settimane dati certi che mettano al confronto le conoscenze
teoriche sulle correnti marine con i dati meteo-marini degli ultimi mesi e la
situazione su eventuali spiaggiamenti avvenuti in Francia e in Spagna, così da
ricostruire un quadro complessivo della situazione”. (Fonte: Ministero
dell’Ambiente)
lunedì 18 febbraio 2013
domenica 17 febbraio 2013
BIODIVERSITA'.... che muore
CROSSPARK SULLE DUNE DI PETACCIATO
DANNI INCALCOLABILI PER LA FLORA E LE
DUNE
Silene canescens ( silene colorata)
Cakile maritima (Ruchetta marittima)
Salsola kali (Erba-kali)
Ammophila Arenaria (Sparto pungente)
Otanthus maritimus ( Santolina delle spiagge)
e tantissime altre specie distrutte per il divertimento
di qualche imbecille che continua a dispetto di tutto e di tutti a distruggere
biodiversità. Quella biodiversità che la legge, con apposite norme, tutela.
Ecco le immagini dello scempio riprese dai volontari di Ambiente Basso Molise.
ABM chiederà autorizzazione per installare foto trappola
e scoprire i responsabili
sabato 16 febbraio 2013
venerdì 15 febbraio 2013
PETROLIO
Petrolio in Adriatico: la notizia non c'è
Sarà che c'è la
campagna elettorale, sarà che siamo in inverno e il mare interessa di meno.
Sarà che abbiamo fatto il callo alle brutte notizie, ma a me pare che la notizia dello sversamento di
petrolio in Adriatico, sia passata davvero inosservata.
Le voci contro
la continua violenza delle trivellazioni in mare, e in particolare in
Adriatico, sono tante, ma restano inascoltate perché nulla
possono contro gli interessi delle compagnie petrolifere che guadagnano su un
bene che è di tutti, ma gli utili sono solo loro. E la politica italiana lascia
fare, anzi li favorisce con il pagamento di royalties bassissime.
E così siamo in
attesa, quasi inevitabile, che prima o poi succeda il disastro, uno
vero, enorme, che in un mare poco esteso come l'Adriatico sarebbe la
morte definitiva.
Stavolta è
andata bene: la piattaforma Rospo Mare, fra Termoli e Vasto, ha lasciato uscire
1000 litri
di petrolio. La chiazza si è estesa molto, ci sono foto di gabbiani sporchi di
petrolio, e non saranno gli unici animali ad averne risentito, ma almeno (per
ora) il parco delle Tremiti non è stato toccato. Ci consoliamo con poco, anche
se le conseguenze sull'ambiente e gli organismi marini non sono
direttamente valutabili, e speriamo siano limitate
Leggetevi quello che dice la D’Orsogna
http://dorsogna.blogspot.it/2013/01/rospo-mare.html
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